Alfa Romeo GT Junior: una leggenda di nome Giulia

L’Alfa Romeo GT Junior 1300 vede la sua nascita nel 1966: deve attirare i giovani verso una macchina sportiva, potente ma dai costi contenuti.

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Alfa Romeo GT Junior: una leggenda di nome Giulia

Nel 1996 appare un articolo di Carlo Di Giusto sulla rivista Ruote Classiche che inizia cosi: “Si può restare indifferenti di fronte ad una macchina di buona famiglia (Alfa Romeo), che ha il nome dolce di una donna (Giulia), che espri-me sportività (GT) e gioventù (junior) e che rivela anche un basso impegno economico (1300)?”. No, decisamente non si può rimanere indifferenti.

Alfa Romeo GT Junior, il mio sogno proibito da adolescente. Mio padre aveva la Giulia 1600 Ti, berlina, una vettura rivoluzionaria. Ricordo, come fosse ieri, la domenica quando andavamo in garage a renderla, entravo in quuesta vettura di colore blu, ricordo ancora l’odore dei sedili, poi via, sosta al benzinaio per fare rifornimento: 1000 super. In famiglia erano tutti alfisti.

Quando ci si riuniva nella casa di campagna dei nonni, 8 figli e una marea di nipoti, il vialetto d’ingresso era un autosalone dell’Alfa Romeo. Noi ci mettevamo a giocare, entrando in una o nell’altra, e sentirci sulle ali del vento. Erano diverse Alfa Romeo, Giulia Berlina in differenti cilindrate, 1300, 1600, 1750. Ma è il mio nonno di parte materna, siciliano dallo sguardo normanno, biondo con gli occhi azzurri, che aveva la vera e propria leggenda di cui vi voglio raccontare: una splendida Alfa Romeo GT Junior 1300 di colore verde bottiglia, cruscotto in radica e cambio a cloche.

L’Alfa Romeo GT Junior 1300 vede la sua nascita nel 1966, dopo l’esordio della Giulia Sprint GT e della sua versione cabriolet GTC, per attirare i giovani verso una macchina sportiva ma dai costi contenuti. Possiamo distinguere quattro serie dell’Alfa Romeo GT Junior: la prima (1966-1969), la seconda (1969-1971), la terza (1971-1974) e la quarta e ultima (1974-1976).

La carrozzeria, firmata da Giorgetto Giugiaro per conto della Bertone, copriva il pianale, con un passo accorciato da 251 a 235 centimetri rispetto alla Giulia Berlina. Il design è ancora oggi a vederlo di una emozionante bellezza, quello di una elegante e allungata coupé sportiva 2+2. Il cofano è sintesi di tutta la potenza che ruggiva al suo interno.

Il curioso scalino anteriore che caratterizzava tutte le versioni prodotte fino al 1968 e parte di quelle prodotte fino al 1971 era dovuto ad un ripensamento tra l’approvazione del disegno e la messa in produzione dell’auto. Originariamente, infatti, doveva essere una presa d’aria poi abolita per contenere i costi. Finirà per caratterizzarla in modo unico, diventando una delle vetture più ambite del periodo che ancora oggi sul mondo vintage affascina e arriva a costi impensabili. Vengono prodotte diverse versioni: Sprint GT, GT Junior, GT Veloce e GTC “(Gran Turismo Cabriolet)” con motori 1300, 1600, 1750 della Giulietta e rispetto alla Giulia Sprint GT non ha il servofreno.

La vettura costa al pubblico 1.792.800 lire su strada e la tassa di circolazione annuale è di 32.155 lire con la possibilità di nuove forme di pagamento rateale che confermano la volontà dei vertici Alfa Romeo di farne un sogno possibile per molti ragazzi. Sul finire del 1967 l’Alfa Romeo corregge alcune delle mancanze della GT Junior 1300, dotandola di servofreno e del nuovo volante di alluminio a due razze di nuovo disegno.

Nel 1971, la 1750 GT Veloce, viene sostituita dalla 2000 Gran Turismo veloce, automobile splendida, nota anche per essere la vettura amata da Pierpaolo Pasolini. La sigla Veloce infatti caratterizzerà le vetture più potenti come la gamma 1750 e la 2000, conosciuta come la Terza Serie.

Nel 1973 tutte le GT si uniformano esteticamente alla versione GT 2000 Veloce introdotta nel 1971. Anche le GT 1300 Junior e le GT 1600 Junior adotta la stessa mascherina cromata a quattro fari, con interni e plancia uguali.

A differenziarle sono i fari posteriori più piccoli. L’aumento di cilindrata da 1779 a 1962 cc per 150 cavalli di potenza viene accompagnato da numerose novità estetiche come la nuova mascherina anteriore cromata, le luci posteriori maggiorate comprendenti le luci retromarcia, nuova strumentazione e consolle centrale raggruppata in stile “quadrifoglio” da-anti al volante.

Il propulsore monta due carburatori sportivi doppio corpo (Solex o Dell’Orto) con trasmissione del differenziale Torsen autobloccante al 25% Tra gli accessori disponibili su richiesta aria condizionata, cerchi in lega di magnesio tipo Millerighe (Campagnolo o Cromodora), vernice metallizzata e vetri atermici.

La velocità massima arriva a 195 Km/H. La vettura sarà molto amata negli Stati Uniti tanto è vero che la rivista “Hot Rod” nel mese di ottobre 1980 la descriverà come “the only european car able to be called muscle car”. La 2000 GT veloce coupé fu prodotta fino 1976 in quasi 38.000 unità di cui circa 6.500 vendute in America.

L’Alfa Romeo, a conferma di quest’attenzione per il mercato americano, produrrà, nel 1970, la potentissima Montreal con motore a 8 cilindri, che si rivelerà però troppo potente rispetto al telaio. Poi arriverà la globalizzazione. Sarà la fine di una ceratività eccellente per dare spazio all’omologazione di massa e all’ascesa plebea di influencer motivati da “chiacchiere e distintivo” ma soprattutto soldi, soldi, soldi.

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“Le corse in moto e il fastidio della modernità, il gusto della solitudine e il perdersi nella massa, l’ansia d’assoluto e il minuto mantenimento del presente, uomo del suo tempo eppure nato fuori tempo, asceta ed esteta”.