Livigno, Svizzera e Germania: une tre giorni da 2300 chilometri

Il resoconto di un viaggio mordi e fuggi che mi ha portato vicino allo Stelvio e a visitare Ulm, città natale di Albert Einstein.

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Livigno, Svizzera e Germania: une tre giorni da 2300 chilometri

Racconto breve della mia recente tre giorni in moto. Fare chilometri come stile di vita.

Lo sanno tutti. Non amo girare in moto per farmi una passeggiatina in città. Prima, lavorando fuori Roma, percorrevo con piacere 60 km al giorno di belle strade. Poi, con il fallimento della casa editrice dove ho redatto giornali per quasi 15 anni, il mio utilizzo motociclistico è diventato perentorio: chilometri e chilometri o comunque girate in esterna, altrimenti, per la città, un buon paio di scarpe e via.

Ecco il perché di una sana abitudine che ho dal 2019, osia farmi tre giorni in moto per macinare chilometri e poi tornare. Nessun viaggio estremo, nessun Capo Nord, solo tanta strada.

Pochi giorni fa ho effettuato questo percorso che mi ha dato soddisfazione: Roma-Livigno. Da Livigno, il secondo giorno di arrivo, Svizzera, Austria, Germania (ho visitato ULM, città natale di Einstein dove siamo andati a trovare il nostro amico Max, figlio del mio compagno di viaggio che ci ha portato in giro per la cittadina per qualche ora con senso di grande ospitalità e a ristorarci in birreria con un ottimo burger vegetale) e Liechtenstein, il terzo da Livigno su per i passi in zona, Bormio e Santa Caterina Valfurva, il quarto giorno di ritorno a Roma.

A Livigno mi sono trovato molto bene all’Hotel Galli. Non tra i più economici ma ha due delle caratteristiche che cerco sempre quando scelgo i luoghi dove soggiornare: il trattamento mezza pensione (in questo caso davvero ottimo), non mi va di tornare la sera stanco dopo tanti chilometri in sella e mettermi a cercare posti dove mangiare e, soprattutto, un garage coperto per la mia moto. Non solo per le intemperie e busichi cali di temperatura che si trovano in montagna ma perché, tutto il mondo è paese, vorrei cercare di evitare di partire in moto e tornare a piedi.

Altro consiglio che mi sento di darvi. Svizzeri e Austriaci fanno bene i loro interessi. Nel senso che si fanno pagare pure l’aria che respiriamo. Per farvi un esempio: se dovete fare giocoforza qualche tunnel per “scavallare” da un paese all’altro, optate per la modalità del ticket andata e ritorno, si risparmia una decina di euro ul già esoso costo del biglietto.

Ma soprattutto occhio alle “famigerate” vignette. Sono quegli adesivi che consentono a chi viaggia di passare in autostrada senza beccarsi multe. da noi ci sono i caselli che l’autostrada te la fanno pagare come il sole d’agosto. Lì no. In Svizzera paghi circa 40 euro la vignetta ossia il lasciapassare dalla durata annuale (non esiste giornaliero né settimanale per il malcapitato turista), in Austria qualcosa di meno ma stanno allerta per farti pagare appena possono.

Vi racconto la mia “disavventura” che però sintetizza lo spirito degli ex sudditi di Cecco Peppe. Dalla Svizzera per passare in Germania bisogna percorrere un tratto di strada che saranno a dire tanto 20 chilometri. Prima di entrare in autostrada nessuna indicazione, nessun luogo dove mettersi in regola il prima possibile con questa faccenda delle vignette (in Svizzera abbiamo già sborsato circa 40 euro, come accennato prima). Entriamo in autostrada ed entro alla prima stazione di servizio e penso, qui, anche se per pochi chilometri, compro la vignetta.

Ma? All’ingresso della stazione di servizio, con uno spiegamento di forza degno dell’esercito austriaco prima della caduta, paraculamente a non farti nemmero arrivare all’unica e prima possibilità di comprare la vignetta, la polizia austriaca che ferma ognuno abbia avuto il mio stesso pensiero.

Morale della favola: una fila di automibilisti a bestemmiare in tedesco perché giustamente gli sembra assurdo pagare come dobbiamo fare io e il mio collega di viaggio, 65 euro per la vignetta che non ci concedono ci comprare. Nemmeno patente e libretto vogliono vedere, se abbiamo rubato le moto e ofatto una rapina, non gliene frega una mazza, stanno col pos a farsi pagare il “pizzo” e basta, non altro. Poi dicono che siamo furbi noi italiani. Va detto che in Austria le autostrade non si pagano se non con questo obolo della vignetta. Basterebbe però segnalare bene, soprattutto per attirrare più volentieri il turismo.

Per il resto, ottima tre giorni, moto andata splendidamente, la mia Brunilde, GS Adventure 1250 non delude, se non fosse che, ad un certo punto, sugli Appennini, il TFT mi ricorda che ho finito i chilometri per fare il tagliando dei 20mila e che il segnale di emergenza SOS (probabilmente per mancanza di copertura e anche perché BMW deve fare un aggiornamento entro fine mese che speriamo non sconquassi l’elettronica, croce e delizia della modernità motociclistica) fa brillare il display come un albero di Natale.

Ecco alcune foto per illustrare questa tre giorni di 2300 chilometri (non ho fatto lo Stelvio, pur trovandomi nei pressi, perché, anche in considerazione del tempo instabile, mi riprometto di percorrere in un altro momento):










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IL NORDKAPPISTA

“Le corse in moto e il fastidio della modernità, il gusto della solitudine e il perdersi nella massa, l’ansia d’assoluto e il minuto mantenimento del presente, uomo del suo tempo eppure nato fuori tempo, asceta ed esteta”.