Monte Argentario: in moto fino al silenzio dei Passionisti

Una giornata in moto verso il Monte Argentario per ammirare lo splendido panorama dalle alture del Convento dei Passionisti. Vi racconto tutto in questo articolo.

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Monte Argentario: in moto fino al silenzio dei Passionisti

Un viaggio in moto da Roma fino al Monte Argentario, con sosta al Convento dei Passionisti. Una buona occasione per ammirare il panorama del tombolo della laguna di Orbetello e immergersi nell’atmosfera evocativa del luogo.

Partire in moto da Roma per raggiungere il suggestivo Monte Argentario rappresenta un’esperienza di scoperta, libertà e immersione con uno dei nostri paesaggi più caratteristici, tra storia, natura e spiritualità.

Questo itinerario permette di immergersi in una delle zone più affascinanti della costa toscana, attraversando borghi antichi, campagna dolce e angoli di tranquillità. In questa guida approfondita, esploreremo il percorso, le principali attrazioni e le peculiarità di questa piccola avventura, con particolare attenzione alla visita al Convento dei Passionisti, un luogo di spiritualità e riflessione dove la natura rifulge silenziosa.

Si parte di buon mattino. Controllata la mia GS Adventure 1250, la mia Brunilde, zaino con caffé e “pranzo al sacco” da consumare rigorosamente lontano da tutti, pianifico il percorso e faccio rifornimento alla mia stazione di servizio preferita dove ormai mi conoscono tutti.

  • Controllare il meteo: il clima può influenzare notevolmente la piacevolezza del viaggio.
  • Preparare l’equipaggiamento: casco, giacca protettiva, guanti e abbigliamento adatto alle condizioni climatiche.
  • Organizzare le tappe e le soste di ristoro e di relax.
  • Avviare l’ottima app Rever (ve la straconsiglio in versione free) per raccontare in breve al ritorno con un piccolo diario di bordo tra parole e fotografia il viaggio e poter leggere le principali informazioni riguardanti la peculiarità del giro.

Il tragitto da Roma al Monte Argentario può essere affrontato in circa 2-3 ore di viaggio, a seconda delle tappe e del traffico. La strada più panoramica è quella che attraversa l’entroterra della Tuscia, offrendo viste spettacolari e la possibilità di visitare piccoli borghi e luoghi di interesse.

Lungo la Cassia, si potranno ammirare paesi come Sutri, Capranica, Ronciglione. La mia andatura è tranquilla. Brunilde mi accoglie come sempre in maniera eccellente, il tempo regge, nonostante previsioni incerte.

  • Roma – Orbetello (circa 150 km): Partendo da Roma, si prende l’Autostrada A12/E80 in direzione di Civitavecchia, proseguendo verso sud. Uscendo a Civitavecchia, si attraversa il litorale e si entra in Maremma, passando per Tarquinia e Montalto di Castro, con possibilità di soste per ammirare il paesaggio e assaggiare prodotti locali.
  • Da Orbetello al Monte Argentario: Una volta arrivati ad Orbetello, si attraversa la laguna con il caratteristico ponte levatoio, entrando così nell’area del promontorio.

Durante il tragitto, ci sono numerosi punti di interesse che meritano una sosta:

  • Tarquinia: famosa per le sue tombe etrusche e il museo archeologico.
  • Montalto di Castro: un borgo con un centro storico ricco di storia e tradizioni.
  • Litorale di Pescia Romana: una zona naturalistica dove la natura regala paesaggi incontaminati.

Dopo Vetralla, puntando in direzione di Tuscania, svolto dalla Cassia a destra prendendo la strada Tuscanese. La mia prima sosta di rigore è alla chiesetta di Riosecco. Stavolta però è molto breve. In atto sfalcio con soffiatore annesso che proprio non concilia la tranquillità.

Punto verso Tuscania e seguo il navigatore che mi dirige verso Montalto di Castro per poi ricongiungermi, dopo aver attraversato colline deturpate da parchi fotofoltaici (alla faccia dell’ambiente), sulla via Aurelia. Sarà la giornata ma diversi guidatori che paiono in stato di ebbrezza mi compaiono davanti tra imbecilli al telefono, camion altamente inquinanti che vanno zigzagando e delinquenti con furgoni bianchi che fanno inversioni ad U in tratti di strada con striscia doppia di mezzeria.

Il Monte Argentario si presenta come una penisola rocciosa che si protende nel Mar Tirreno, circondata da acque cristalline e circondata da piccole calette e baie.

  • Porto Santo Stefano: il principale porto, con un caratteristico centro storico e bar e ristoranti sulla passeggiata.
  • Porto Ercole: affascinante villaggio di pescatori, con fortezze e un’atmosfera autentica.
  • Laguna di Orbetello: riserva naturale di grande valore, habitat di numerose specie di uccelli migratori.

Il panorama mozzafiato, i sentieri escursionistici e le spiagge nascoste rendono il Monte Argentario una meta ideale per gli amanti della moto e della natura.

Attraverso la laguna (se ci si ferma un attimo “laddove si puote” e non sulla striscia di asfalto che congiunge Orbetello all’Argentario si possono ammirare i fenicotteri rosa) e vado verso Punta Telegrafo. Tra pochi chilometri, circa 8 da Orbetello, arriverò in quello spazio di pace che è il convento dei Passionisti.

Uno dei luoghi di particolare interesse lungo il percorso verso il Monte Argentario è il Convento dei Passionisti, situato in una posizione strategica tra la natura selvaggia e il mare. Questo convento rappresenta un’oasi di spiritualità, rifugio di pace e contemplazione.



Per chi crede in Dio come me, ogni volta è un’immersione nel dialogo con Lui che mi fa tornare a casa più fiducioso e arricchito. Mi piace particolarmente il mototurismo “religioso”.

Percorrendo la strada immersa nel verde dei boschi che collega Orbetello a Porto Santo Stefano, si incontra il Convento della Presentazione al Tempio, conosciuto come Convento dei Frati Passionisti, perché è la casa madre della Congregazione dei Padri Passionisti.

Il convento fu fatto costruire nel 1737 da San Paolo della Croce, in seguito al miracolo della visione della Vergine che gli indicò il perimetro esatto su cui innalzare il convento, e ancora oggi ospita una decina di Padri Passionisti.

La piccola chiesa ospita una bella immagine della Maria Regina dell’Argentario risalente al Seicento e sul belvedere, sistemato al fianco della piazzetta antistante, si gode di unavista unica: si può infatti ammirare Orbetello, la Laguna di Ponente e il Tombolo della Giannella.

Si può visitare la cappella del convento, piccola e raccolta, e, volendo, inginocchiarsi in preghiera nello stesso posto in cui sostò il Papa Giovanni Paolo II nel 2000. Salendo più in altro lungo la strada si incontra il ritiro di San Giuseppe che un tempo ospitava i novizi e che adesso, pur non essendo abitato, viene mantenuto in ottimo stato grazie all’opera di numerosi volontari.

Il tempo di godere del silenzio, fare qualche fotografia e riparto per Roma. Per me il viaggio con Brunilde è essenzialmente fare chilometri, soste brevi e rimettermi in sella.

Per il ritorno, si può scegliere di percorrere lo stesso itinerario o optare per un percorso alternativo lungo la costa, passando per altri borghi e spiagge, per prolungare l’esperienza di viaggio. Io decido per lo stesso itinerario e mi fermo a consumare il mio breve pranzo, fermandomi ancora alla mia adorata chiesetta di Riosecco.

Il tempo di pulire il cupolino, abbondantemente macchiato di insetti, e risalgo in sella per tornare a casa. Alla fine i chilometri percorsi saranno 330 e quando si va in moto ad ogni chilometro, la grazia infinita di una “visione del mondo”.

Buon viaggio e buona scoperta!

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GIORNALISTA, MOTOCICLISTA E CAMMINATORE

“Le corse in moto e il fastidio della modernità, il gusto della solitudine e il perdersi nella massa, l’ansia d’assoluto e il minuto mantenimento del presente, uomo del suo tempo eppure nato fuori tempo, asceta ed esteta”.

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