Ravenna, città del mosaico e del flaneur

Ravenna è una di quelle città che ti sorprende ad ogni passo. Ogni angolo, ogni via, rappresenta un punto di svolta. Per ammirare e imparare a saper guardare ovunque tanta bellezza.

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Ravenna, città del mosaico e del flaneur

Una piacevole gita in moto a Ravenna. Una splendida cittadina dove andarsene a zonzo tra vestigia di un passato “imponente” diventa attività di pura “catarsi”.

Ravenna in motocicletta, idea che ti permette di abbinare bellezza, gastronomia e la possibilità di stringere saldo il manubrio tra le mani.

Si parte di buon mattino come piace a noi. Organizzata al meglio Brunilde, con il solito pieno dal nostro amico gestore, puntiamo sulla E45. La percorreremo tutta fino a Cesena per arrivare a Ravenna. Tra una buca e un’altra, un lavoro in corso e un autovelox di troppo, arriviamo alla nostra sistemazione in albergo.


L’albergo scelto per il nostro soggiorno a Ravenna sarà l’Hotel Bisanzio. Ottimo, pulito, con una piacevole camera “alta” da cui si dominano i tetti della città, a livello strategico il top: silenzioso, posto in una vietta dislocata dal centro ma a due ma proprio due passi da tutto il meglio del centro storico di Ravenna. In più, a circa 100 metri, un pratico garage a pagamento dove la nostra motocicletta potrà riposarsi dalle faticose asperità della E45.

Ravenna è la città ideale per “flanerare”. Flâneur (al plurale flâneurs) è un termine francese, reso celebre dal poeta Charles Baudelaire, che indica l’uomo che vaga oziosamente per le vie cittadine, senza fretta, sperimentando e provando emozioni nell’osservare il paesaggio.



La parola può essere tradotta in italiano con “bighellone”, tuttavia anche la locuzione “andare a zonzo” rende bene l’idea dell’azione. Il concetto di flâneur ha una significativa presenza anche nell’opera del filosofo Walter Benjamin ed è ricorrente nell’ambito di discussioni accademiche sulla modernità; è diventato significativo anche in architettura e urbanistica.



Particolarmente significativo flanerare a Ravenna. Il primo giorno, infatti, ce la giriamo a zonzo, per ambientarci e vedere cosa si può fare in due giorni di permanenza. camminando, le strade sono un dedalo di piccole scoperte. Ristoranti alla moda, trattorie tipiche, immancabili negozi di mosaici e souvenir. Si cammina rilassati, se non fosse per qualche minchiopattino e minchiocipede, sempre presenti laddove qualcuno punta al piacere dello slow tourism.

Le vie sono semplicemente deliziose, l’arte assale i nostri occhi e li rende più “consapevoli”. Le nostre città, ben oltre la retorica del “Made In Italy” che unta sempre, troppo, al “magnà”, ha ben altri sapori.


Sospesa tra Oriente e Occidente, Ravenna è una città antica con una lunga storia alle spalle. Più di 1500 anni fa è stata l’ultima capitale dell’Impero Romano d’Occidente, prima sede del Regno barbarico d’Italia con Teodorico e città strategica della riconquista bizantina a opera dell’Imperatore Giustiniano.





La magnificenza di quel periodo ha lasciato un grande patrimonio di edifici religiosi decorati a mosaico, riconosciuti Patrimonio dell’Umanità. Sette dei suoi otto monumenti Unesco custodiscono un impareggiabile tesoro di tessere preziose capaci di raccontare, con i loro accostamenti cromatici, lo splendore artistico in auge tra la fine dell’Impero Romano e l’inizio del Medioevo.

Ravenna conserva infatti il più ricco patrimonio di mosaici del V e del VI secolo sia per qualità artistica sia per importanza iconologica. Un’arte che, pur essendo di antiche origini romane, è riuscita a trovare qui la sua più alta espressione e oggi continua a vivere nelle scuole, nelle botteghe e nella mani degli artigiani locali.






Quello che ne emerge è uno spettacolo unico, che pochi confronti ha al mondo, soprattutto vista la forte concentrazione in un centro abitato di tali dimensioni. Ne scaturisce un’arte da lasciare senza fiato, non solo dal punto di vista estetico ma anche per la profondità e complessità dei significati religiosi, mistici e politici che riesce a trasmettere a chi la osserva.

Per tuffarsi nella luce e nei colori basta allora entrare all’interno della Basilica di San Vitale, farsi rubare l’anima dalle stelle del Mausoleo di Galla Placidia; perdersi tra le cupole del Battistero degli Ortodossi o degli Ariani; percorrere con lo sguardo i cortei dei martiri e delle vergini della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo.


Ci si può confrontare con la riservatezza della Cappella di Sant’Andrea, con la maestosità della Basilica di Sant’Apollinare in Classe o camminare tra le pavimentazioni della Domus dei Tappeti di Pietra.



Oppure partecipare alle letture della Divina Commedia davanti alla tomba di Dante. Consigliatissima la visita di guidata di Ravenna. Faccio una premessa: mi piacciono i giri turistici con le guide, li pratico spesso sia a Roma che dove posso. Partecipare ad una visita guidata con una brava guida che ti spiega ad ogni passo quello che vedi, è cosa ben diversa che andare col naso all’insù e intuire a tratti la bellezza che contempli.














Infatti, appena arrivati abbiamo prenotato con Visit Ravenna il tour guidato e il giorno dopo, in circa 3 ore, abbiamo potuto apprezzare le meraviglie dei mosaici, delle chiese bizantine, dei colori fulgidi dell’arte ravennate.

Al ritorno, ancora in sella, di nuovo sulla E45. Con Germana, nei pressi di Verghereto, optiamo per la salita verso il Monte Fumaiolo. Il Monte Fumaiolo è la più alta vetta dell’appennino Cesenate e tocca i 1407 metri di altezza. Vi sono due teorie sulle origini del suo nome: la prima è che venga dalla sua cima, spesso avvolta da una fitta nebbia, mentre la seconda è che sia una contrazione di “Flumaiolo”, visto che alle sue pendici vi sono le sorgenti del Tevere, del Savio e di numerosi altri torrenti.



All’altezza di 1200 metri sul livello del mare si trova una piccola fontanella che sgorga direttamente dalla montagna. Una stele ricorda che “qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma”: il Fiume Tevere! Il monte è ricoperto da antiche faggete, da abetaie, cerrete e castagneti, ma vi sono anche prati e pascoli.

Numerosi sono anche i sentieri di varia difficoltà che consentono di praticare il trekking, escursioni a cavallo o in mountain bike. Inoltre qui vi sono gli unici impianti sciistici di tutto il comprensorio cesenate, con piste da discesa e da sci nordico. Nelle pareti rocciose sopra alle Balze, infine, si può praticare anche il free climbing.

Dalla cima del monte Fumaiolo e dal vicino Pratone della Briglia potrai ammirare un panorama piuttosto vasto, che va dalla Riviera Romagnola fino al Monte Amiata in Toscana, passando per gli Appennini marchigiani e le colline umbre, fino al Corno alle Scale. Nelle giornate più belle inoltre è facile distinguere persino le Alpi, con le loro cime innevate , e la laguna di Venezia.

Purtroppo, però, il tempo peggiora, il vento sferza e la moto a pieno carico è gestita con difficoltà anche da me che sono pilota esperto con alle spalle quasi 50 anni in moto.

Decidiamo che sarà per una prossima volta. Andare in moto propone sempre una nuova escursione, proprio mentre concludi la prima. In moto e a piedi, infatti, si pensa bene, anzi “solvitur deambulando”. Rientriamo a Roma, con Brunilde che se la borbotta allegramente. la bellezza dei mosaici e dell’arte ravennate ha commosso anche il suo cuore d’acciaio e il nostro, lo ha letteralmente liquefatto. Sursum corda e alla prossima strada.

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IL NORDKAPPISTA

“Le corse in moto e il fastidio della modernità, il gusto della solitudine e il perdersi nella massa, l’ansia d’assoluto e il minuto mantenimento del presente, uomo del suo tempo eppure nato fuori tempo, asceta ed esteta”.